Il 10 dicembre 2013, il Ministro per la Coesione Carlo Trigiglia ha presentato la bozza dell'accordo di partenariato che riguarda l'impiego dei fondi europei in Italia per il periodo 2014/2020. All'intervento dei fondi UE (FESR, FSE, FEASR, FEAMP) si affiancheranno le risorse nazionali (Fondo di Rotazione, Fondo Sviluppo e Coesione). Nel complesso: circa 100 miliardi a disposizione per la politica di coesione territoriale!
Ecco una sintesi delle principali caratteristiche.
a) Articolazione degli interventi in obiettivi tematici che perseguono le priorità europee della strategia Europa 2020:
- Crescita intelligente: Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione (OT 1), Migliorare l’accesso alle TIC, nonché il loro impiego e qualità (OT 2), Promuovere la competitività delle PMI, il settore agricolo e il settore della pesca e dell’acquacoltura (OT 3);
- Crescita sostenibile: Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio (OT 4), Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi (OT 5), Tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse (OT 6);
- Crescita inclusiva: Promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori (OT 8), Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà (OT 9), Investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente (OT 10);
- Qualità ed efficienza della PA: Potenziare la capacità istituzionale e l’efficienza amministrativa (OT 11).
b) Individuazione di tre categorie di regioni: regioni meno sviluppate (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia), regioni in transizione (Abruzzo, Molise, Sardegna), regioni sviluppate del centro nord. I tassi di cofinanziamento dei fondi sono calibrati in funzione dei livelli di sviluppo: 75%-85% a sud, 60% per le regioni in transizione, 50% per le aree sviluppate.
c) L’impostazione strategica contiene inoltre una espressa interpretazione territoriale in due ambiti: aree interne e città. Per le aree interne, definite come quelle aree più lontane dai servizi di base, la strategia generale va interpretata come un disegno per la competitività sostenibile e prevede interventi integrati/progetti d’area da definire considerando sia gli aspetti di promozione di sviluppo locale, sia quelli relativi al riequilibrio dei servizi di base per le collettività. Per le città (agenda urbana), la strategia generale prevede tre ambiti operativi elettivi dedicati alla promozione di servizi per i cittadini e per gli utilizzatori delle città, di inclusione sociale per gruppi e sub territori a particolare fragilità socio economica e di rilancio della funzione di motore di sviluppo (in particolare per i servizi avanzati, per il collegamento urbano-rurale e per le filiere innovative di produzione che possono trovare collocazione in area urbana).
d) Recepimento delle innovazioni di metodo, indicate dai nuovi regolamenti europei, circa la dimensione territoriale della programmazione 2014-2020, assegnando un ruolo fondamentale alle iniziative di Sviluppo locale partecipativo (Community Led Local Development) per perseguire con forza gli obiettivi di cooperazione pubblico-privato finalizzata all'innovazione sociale e la condivisione operativa delle responsabilità connesse allo sviluppo.
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