martedì 4 febbraio 2014

Quali fondi UE in l'Italia?

Il 10 dicembre 2013, il Ministro per la Coesione Carlo Trigiglia ha presentato la bozza dell'accordo di partenariato che riguarda l'impiego dei fondi europei in Italia per il periodo 2014/2020. All'intervento dei fondi UE (FESR, FSE, FEASR, FEAMP) si affiancheranno le risorse nazionali (Fondo di Rotazione, Fondo Sviluppo e Coesione). Nel complesso: circa 100 miliardi a disposizione per la politica di coesione territoriale!

Ecco una sintesi delle principali caratteristiche. 


a) Articolazione degli interventi  in obiettivi tematici che perseguono le priorità europee della strategia Europa 2020:
  • Crescita intelligente: Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione (OT 1), Migliorare l’accesso alle TIC, nonché il loro impiego e qualità (OT 2), Promuovere la competitività delle PMI, il settore agricolo e il settore  della pesca e dell’acquacoltura (OT 3);
  • Crescita sostenibile: Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio (OT 4), Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi (OT 5), Tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse (OT 6);
  • Crescita inclusiva: Promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori (OT 8), Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà (OT 9), Investire nelle competenze, nell’istruzione e nell’apprendimento permanente (OT 10);
  • Qualità ed efficienza della PA: Potenziare la capacità istituzionale e l’efficienza amministrativa (OT 11).
b) Individuazione di tre categorie di regioni: regioni meno sviluppate (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia), regioni in transizione (Abruzzo, Molise, Sardegna), regioni sviluppate del centro nord. I tassi di cofinanziamento dei fondi sono calibrati in funzione dei livelli di sviluppo: 75%-85% a sud, 60% per le regioni in transizione, 50% per le aree sviluppate.

c) L’impostazione strategica contiene inoltre una espressa interpretazione territoriale in due ambiti: aree interne e città. Per le  aree interne, definite  come  quelle aree più lontane dai servizi di base, la  strategia generale va interpretata  come  un  disegno  per  la  competitività  sostenibile  e  prevede  interventi  integrati/progetti d’area  da  definire  considerando  sia  gli  aspetti  di  promozione  di  sviluppo  locale,  sia  quelli  relativi  al riequilibrio  dei  servizi  di  base  per  le  collettività. Per le città (agenda urbana), la strategia generale prevede  tre  ambiti operativi elettivi dedicati alla promozione di servizi per i cittadini e per gli utilizzatori delle città, di inclusione sociale per gruppi e sub territori a particolare fragilità socio economica  e di rilancio della funzione  di  motore  di  sviluppo (in  particolare  per  i  servizi  avanzati,  per  il  collegamento urbano-rurale e per le filiere innovative di produzione che possono trovare collocazione in area urbana).

d) Recepimento delle innovazioni  di  metodo, indicate dai  nuovi  regolamenti europei, circa la  dimensione  territoriale  della programmazione  2014-2020, assegnando un ruolo fondamentale alle iniziative di Sviluppo locale partecipativo (Community Led Local Development) per perseguire  con  forza  gli  obiettivi  di  cooperazione  pubblico-privato  finalizzata  all'innovazione  sociale  e  la condivisione operativa delle responsabilità connesse allo sviluppo. 


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